Il sito dà più slancio se è poliglotta
Il mercato aumenta al crescere delle versioni web tradotte
Di Antonino D'Anna
Vuoi fare business online? Dai una spolverata a cinese (semplificato), spagnolo e giapponese, creando altrettante pagine all'interno del tuo sito web. Sono questi, infatti, i linguaggi più gettonati, dopo l'inglese, secondo i dati di una ricerca di Common Sense Advisory Inc.
Se un sito web può raggiungere quasi 2 miliardi di persone, per toccare almeno l'80% di essi è necessario tradurre il proprio sito in 11 lingue. I dati sono eloquenti: una pagina esclusivamente in inglese raggiunge solo il 23,2% dei potenziali utenti, mentre una in cinese semplificato il 22,3% e in spagnolo il 9. A seguire: giapponese, portoghese, tedesco, arabo, francese, russo, coreano e italiano. Chi riesce a fornire tante versioni del proprio sito quante sono le lingue più richieste può ottenere un mercato pari all'85% dei consumatori online di tutto il pianeta. Secondo il report, infatti, la lingua è un punto di partenza per le società che vogliono influenzare il comportamento dei clienti potenziali servendosi di siti in lingua straniera, sia che stiano andando a caccia di consumatori che di business buyers. La ricerca di Common Sense ha rilevato che su mille siti presi in considerazione (estratti anche tra quelli della lista Forbes Global 2000), quelli entrati nella top 100 erano disponibili in almeno 16 lingue.
A proposito, anche i cinesi del portale china.org.cn si sono dedicati a un censimento delle lingue più parlate al mondo: ecco allora tedesco (10° posto), giapponese (9), russo (8), portoghese (7) bengalese (6), arabo (5), hindi (4), inglese (3), spagnolo (2) e naturalmente il mandarino. E il francese? Alla domanda di un lettore (in inglese), nessuna risposta. Anche se il sito è disponibile in francese, tedesco, inglese russo, spagnolo e addirittura esperanto.
Fonte: ItaliaOggi Sette
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