CREATE TABLE (Transact-SQL)
Data aggiornamento: 12 dicembre 2006
Crea una nuova tabella.
Convenzioni della sintassi Transact-SQL
Sintassi
CREATE TABLE
[ database_name . [ schema_name ] . | schema_name . ] table_name
( { <column_definition> | <computed_column_definition> }
[ <table_constraint> ] [ ,...n ] )
[ ON { partition_scheme_name ( partition_column_name ) | filegroup
| "default" } ]
[ { TEXTIMAGE_ON { filegroup | "default" } ]
[ ; ]
<column_definition> ::=
column_name <data_type>
[ COLLATE collation_name ]
[ NULL | NOT NULL ]
[
[ CONSTRAINT constraint_name ] DEFAULT constant_expression ]
| [ IDENTITY [ ( seed , increment ) ] [ NOT FOR REPLICATION ]
]
[ ROWGUIDCOL ] [ <column_constraint> [ ...n ] ]
<data type> ::=
[ type_schema_name . ] type_name
[ ( precision [ , scale ] | max |
[ { CONTENT | DOCUMENT } ] xml_schema_collection ) ]
<column_constraint> ::=
[ CONSTRAINT constraint_name ]
{ { PRIMARY KEY | UNIQUE }
[ CLUSTERED | NONCLUSTERED ]
[
WITH FILLFACTOR = fillfactor
| WITH ( < index_option > [ , ...n ] )
]
[ ON { partition_scheme_name ( partition_column_name )
| filegroup | "default" } ]
| [ FOREIGN KEY ]
REFERENCES [ schema_name . ] referenced_table_name [ ( ref_column ) ]
[ ON DELETE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT } ]
[ ON UPDATE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT } ]
[ NOT FOR REPLICATION ]
| CHECK [ NOT FOR REPLICATION ] ( logical_expression )
}
<computed_column_definition> ::=
column_name AS computed_column_expression
[ PERSISTED [ NOT NULL ] ]
[
[ CONSTRAINT constraint_name ]
{ PRIMARY KEY | UNIQUE }
[ CLUSTERED | NONCLUSTERED ]
[
WITH FILLFACTOR = fillfactor
| WITH ( <index_option> [ , ...n ] )
]
[ ON { partition_scheme_name ( partition_column_name )
| filegroup | "default" } ]
| [ FOREIGN KEY ]
REFERENCES referenced_table_name [ ( ref_column ) ]
[ ON DELETE { NO ACTION | CASCADE } ]
[ ON UPDATE { NO ACTION } ]
[ NOT FOR REPLICATION ]
| CHECK [ NOT FOR REPLICATION ] ( logical_expression )
]
< table_constraint > ::=
[ CONSTRAINT constraint_name ]
{
{ PRIMARY KEY | UNIQUE }
[ CLUSTERED | NONCLUSTERED ]
(column [ ASC | DESC ] [ ,...n ] )
[
WITH FILLFACTOR = fillfactor
|WITH ( <index_option> [ , ...n ] )
]
[ ON { partition_scheme_name (partition_column_name)
| filegroup | "default" } ]
| FOREIGN KEY
( column [ ,...n ] )
REFERENCES referenced_table_name [ ( ref_column [ ,...n ] ) ]
[ ON DELETE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT } ]
[ ON UPDATE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT } ]
[ NOT FOR REPLICATION ]
| CHECK [ NOT FOR REPLICATION ] ( logical_expression )
}
<index_option> ::=
{
PAD_INDEX = { ON | OFF }
| FILLFACTOR = fillfactor
| IGNORE_DUP_KEY = { ON | OFF }
| STATISTICS_NORECOMPUTE = { ON | OFF }
| ALLOW_ROW_LOCKS = { ON | OFF}
| ALLOW_PAGE_LOCKS ={ ON | OFF}
}
Argomenti
- database_name
Nome del database in cui viene creata la tabella. Per l'argomento database_name è necessario specificare il nome di un database esistente. Se l'argomento database_name viene omesso, il valore predefinito è il database corrente. L'account di accesso per la connessione corrente deve essere associato a un ID utente esistente nel database specificato in database_name. Tale ID utente deve inoltre disporre delle autorizzazioni CREATE TABLE.
- schema_name
Nome dello schema a cui appartiene la nuova tabella.
- table_name
Nome della nuova tabella. I nomi di tabella devono essere conformi alle regole per gli identificatori. table_name può essere composto al massimo da 128 caratteri, con l'eccezione dei nomi di tabelle temporanee locali, ovvero i nomi preceduti da un simbolo di cancelletto (#), i quali possono includere al massimo 116 caratteri.
- column_name
Nome di una colonna della tabella. I nomi di colonna devono essere conformi alle regole per gli identificatori ed essere univoci all'interno della tabella. column_name può essere composto da 1 a 128 caratteri. È possibile omettere l'argomento column_name per le colonne create con tipo di dati timestamp. Se column_name viene omesso, per impostazione predefinita il nome di una colonna timestamp sarà timestamp.
computed_column_expression
Espressione che definisce il valore di una colonna calcolata. Una colonna calcolata è una colonna virtuale che non viene archiviata fisicamente nella tabella, a meno che la colonna non sia contrassegnata come PERSISTED. Questo tipo di colonna viene calcolata in base a un'espressione che utilizza altre colonne nella stessa tabella. Una colonna calcolata può essere definita, ad esempio, nel modo seguente: cost AS price * qty. L'espressione può essere un nome di colonna non calcolata, una costante, una funzione, una variabile e qualsiasi combinazione di questi elementi uniti da uno o più operatori. L'espressione non può essere una subquery o contenere tipi di dati alias.È possibile utilizzare le colonne calcolate in elenchi di selezione, clausole WHERE e ORDER BY o in qualsiasi altra posizione in cui è consentito l'utilizzo di espressioni regolari, con le eccezioni seguenti:
- Una colonna calcolata non può essere utilizzata come definizione di vincolo DEFAULT o FOREIGN KEY o con la definizione di vincolo NOT NULL. È tuttavia possibile utilizzare una colonna calcolata come colonna chiave di un indice o come parte di un vincolo PRIMARY KEY o UNIQUE, a condizione che il valore della colonna sia definito da un'espressione deterministica e che il tipo di dati del risultato sia supportato nelle colonne dell'indice.
Ad esempio, se la tabella include le colonne di tipo integer a e b, è possibile indicizzare la colonna calcolata a+b, ma non la colonna calcolata a+DATEPART(dd, GETDATE()), poiché in questo secondo caso il valore può cambiare durante chiamate successive. - Non è consentito l'utilizzo di una colonna calcolata in un'istruzione INSERT o UPDATE.
[!NOTA] Ogni riga di una tabella può includere valori diversi per le colonne di una colonna calcolata. Le varie righe della colonna calcolata pertanto non includono necessariamente lo stesso valore.
In base alle espressioni utilizzate, il supporto dei valori Null per le colonne calcolate viene determinato automaticamente da Motore di database di SQL Server 2005. Si presuppone che il risultato della maggior parte delle espressioni supporti valori Null anche se sono presenti solo colonne che non supportano valori Null, perché anche i possibili underflow o overflow generano risultati NULL. Per stabilire se una colonna calcolata in una tabella supporta o meno i valori Null, utilizzare la funzione COLUMNPROPERTY con la proprietà AllowsNull. Un'espressione che supporta valori Null può essere convertita in un'espressione che non supporta valori Null specificando ISNULL con la costante check_expression dove la costante è un valore non Null che sostituisce qualsiasi risultato NULL. Per le colonne calcolate basate su espressioni di tipi CLR (Common Language Runtime) definiti dall'utente è richiesta l'autorizzazione REFERENCES per il tipo.
- Una colonna calcolata non può essere utilizzata come definizione di vincolo DEFAULT o FOREIGN KEY o con la definizione di vincolo NOT NULL. È tuttavia possibile utilizzare una colonna calcolata come colonna chiave di un indice o come parte di un vincolo PRIMARY KEY o UNIQUE, a condizione che il valore della colonna sia definito da un'espressione deterministica e che il tipo di dati del risultato sia supportato nelle colonne dell'indice.
- PERSISTED
Specifica che Motore di database di SQL Server archivierà fisicamente i valori calcolati nella tabella e aggiornerà i valori in caso di aggiornamento di eventuali altre colonne da cui dipende la colonna calcolata. Quando si contrassegna una colonna calcolata come PERSISTED è possibile creare un indice deterministico, ma non preciso, su una colonna calcolata. Per ulteriori informazioni, vedere Creazione di indici per le colonne calcolate. Qualsiasi colonna calcolata utilizzata come colonna di partizionamento di una tabella partizionata deve essere contrassegnata in modo esplicito come PERSISTED. L'espressione computed_column_expression deve essere deterministica se si specifica PERSISTED.
ON { <partition_scheme> | filegroup | "default" }
Specifica lo schema di partizione o il filegroup in cui archiviare la tabella. Se si specifica <partition_scheme> la tabella deve essere partizionata e le relative partizioni devono essere archiviate in un set di uno o più filegroup specificato in <partition_scheme>. Se si specifica filegroup, la tabella viene archiviata nel filegroup indicato. Il filegroup deve esistere nel database. Se si specifica "default" oppure si omette ON, la tabella viene archiviata nel filegroup predefinito. Il meccanismo di archiviazione di una tabella specificato in CREATE TABLE non può essere modificato in seguito.È inoltre possibile specificare ON {<partition_scheme> | filegroup | "default"} in un vincolo PRIMARY KEY o UNIQUE. Questi vincoli comportano la creazione di indici. Se si specifica l'argomento filegroup, l'indice viene archiviato nel filegroup indicato. Se si specifica "default" oppure si omette ON, l'indice viene archiviato nello stesso filegroup della tabella. Se il vincolo PRIMARY KEY o UNIQUE crea un indice cluster, le pagine di dati della tabella vengono archiviate nello stesso filegroup dell'indice. Se si specifica CLUSTERED o se il vincolo comporta in altri modi la creazione di un indice cluster e si specifica uno schema <partition_scheme> diverso dal valore <partition_scheme> o filegroup presente nella definizione della tabella (o viceversa) verrà rispettata solo la definizione del vincolo e gli altri valori verranno ignorati.
[!NOTA] In questo contesto, default non è una parola chiave, ma un identificatore per il filegroup predefinito e pertanto deve essere delimitato, ad esempio ON "default" oppure ON [default]. Se si specifica "default", l'opzione QUOTED_IDENTIFIER deve essere impostata su ON per la sessione corrente. Questa è l'impostazione predefinita. Per ulteriori informazioni, vedere SET QUOTED_IDENTIFIER (Transact-SQL).
TEXTIMAGE_ON { filegroup| "default" }
Parola chiave per indicare che le colonne di tipo text, ntext, image, xml, varchar(max), nvarchar(max), varbinary(max) e di tipi CLR definiti dall'utente devono essere archiviate nel filegroup specificato.La parola chiave TEXTIMAGE_ON non è consentita se la tabella non include colonne di tipi per valori di grandi dimensioni. Non è possibile specificare TEXTIMAGE_ON se si specifica <partition_scheme>. Se si specifica "default" oppure si omette TEXTIMAGE_ON, le colonne di tipi per valori di grandi dimensioni vengono archiviate nel filegroup predefinito. Il meccanismo di archiviazione per i dati di colonne con tipi per valori di grandi dimensioni specificato in CREATE TABLE non può essere modificato in seguito.
[!NOTA] In questo contesto, default non è una parola chiave, ma è un identificatore del filegroup predefinito e pertanto deve essere delimitato, ad esempio TEXTIMAGE_ON "default" oppure TEXTIMAGE_ON [default]. Se si specifica "default", l'opzione QUOTED_IDENTIFIER deve essere impostata su ON per la sessione corrente. Questa è l'impostazione predefinita. Per ulteriori informazioni, vedere SET QUOTED_IDENTIFIER (Transact-SQL).
[ type_schema_name**.** ] type_name
Specifica il tipo di dati della colonna e lo schema a cui appartiene. I possibili valori per il tipo di dati sono i seguenti:- Tipo di dati di sistema di SQL Server 2005.
- Tipo alias basato su un tipo di dati di sistema di SQL Server. I tipi di dati alias devono essere creati con l'istruzione CREATE TYPE prima di poterli utilizzare in una definizione di tabella. L'assegnazione NULL o NOT NULL per un tipo di dati alias può essere ignorata durante l'istruzione CREATE TABLE. Tuttavia, l'impostazione della lunghezza non è modificabile. In un'istruzione CREATE TABLE non è possibile specificare la lunghezza per un tipo di dati alias.
- Tipo CLR definito dall'utente. I tipi CLR definiti dall'utente devono essere creati con l'istruzione CREATE TYPE prima di poterli utilizzare in una definizione di tabella. Per creare una colonna con un tipo CLR definito dall'utente, è richiesta l'autorizzazione REFERENCES per il tipo.
Se type_schema_name viene omesso, Motore di database di SQL Server fa riferimento a type_name nell'ordine seguente:
- Tipo di dati di sistema di SQL Server.
- Schema predefinito dell'utente corrente nel database corrente.
- Schema dbo nel database corrente.
- precision
Precisione del tipo di dati specificato. Per ulteriori informazioni sui valori di precisione validi, vedere Precisione, scala e lunghezza.
- scale
Scala del tipo di dati specificato. Per ulteriori informazioni sui valori di scala validi, vedere Precisione, scala e lunghezza.
- max
Si applica solo ai tipi di dati varchar, nvarchar e varbinary per l'archiviazione di 2^31 byte di dati di tipo carattere e binario e di 2^30 byte per i dati Unicode.
- CONTENT
Specifica che ogni istanza del tipo di dati xml in column_name può contenere più elementi di livello principale. CONTENT si applica solo al tipo di dati xml ed è possibile specificarlo solo se si specifica anche xml_schema_collection. Se omesso, CONTENT rappresenta il funzionamento predefinito.
- DOCUMENT
Specifica che ogni istanza del tipo di dati xml in column_name può contenere un solo elemento di livello principale. DOCUMENT si applica solo al tipo di dati xml ed è possibile specificarlo solo se si specifica anche xml_schema_collection.
- xml_schema_collection
Si applica solo al tipo di dati xml per l'associazione di un insieme di schemi XML al tipo. Prima di tipizzare una colonna xml con uno schema, è necessario creare lo schema nel database tramite CREATE XML SCHEMA COLLECTION.
- DEFAULT
Specifica il valore assegnato alla colonna quando non viene specificato un valore in modo esplicito durante un inserimento. È possibile applicare le definizioni DEFAULT a qualsiasi colonna, ad eccezione di quelle definite come timestamp o con la proprietà IDENTITY. Se si specifica un valore predefinito per una colonna di tipo definito dall'utente, è necessario che il tipo supporti la conversione implicita da constant_expression al tipo definito dall'utente. Le definizioni DEFAULT vengono rimosse quando la tabella viene eliminata. È possibile utilizzare come valore predefinito solo un valore costante, ad esempio una stringa di caratteri, una funzione scalare come una funzione di sistema, definita dall'utente o CLR, oppure un valore NULL. Per mantenere la compatibilità con le versioni precedenti di SQL Server, è possibile assegnare un nome di vincolo a una definizione DEFAULT.
- constant_expression
Costante, valore NULL o funzione di sistema utilizzato come valore predefinito della colonna.
- IDENTITY
Indica che la nuova colonna è una colonna Identity. Quando si aggiunge una nuova riga alla tabella, Motore di database assegna un valore univoco e incrementale alla colonna. Le colonne Identity vengono comunemente utilizzate in combinazione con vincoli PRIMARY KEY e svolgono la funzione di identificatore di riga univoco per la tabella. È possibile assegnare la proprietà IDENTITY a colonne di tipo tinyint, smallint, int, bigint, decimal(p,0) o numeric(p,0). Ogni tabella può includere una sola colonna Identity. Non è consentito associare valori predefiniti e vincoli DEFAULT alle colonne Identity. È necessario specificare sia il valore di inizializzazione che l'incremento oppure nessuno dei due valori. In questo secondo caso, il valore predefinito è (1,1).
- seed
Valore di inizializzazione utilizzato per la prima riga caricata nella tabella.
- increment
Valore incrementale aggiunto al valore Identity della riga caricata in precedenza.
- NOT FOR REPLICATION
Nell'istruzione CREATE TABLE è possibile specificare la clausola NOT FOR REPLICATION per la proprietà IDENTITY, i vincoli FOREIGN KEY e i vincoli CHECK. Se si specifica questa clausola per la proprietà IDENTITY, i valori non vengono incrementati nelle colonne Identity per gli inserimenti eseguiti dagli agenti di replica. Se si utilizza la clausola per un vincolo, tale vincolo non viene applicato per operazioni di inserimento, aggiornamento o eliminazione eseguite dagli agenti di replica. Per ulteriori informazioni, vedere Controllo di vincoli, identità e trigger con l'opzione NOT FOR REPLICATION.
ROWGUIDCOL
Indica che la nuova colonna è una colonna GUID di riga. È possibile designare come colonna ROWGUIDCOL una sola colonna di tipo uniqueidentifier per ogni tabella. L'applicazione della proprietà ROWGUIDCOL consente di fare riferimento alla colonna utilizzando $ROWGUID. La proprietà ROWGUIDCOL può essere assegnata solo a una colonna uniqueidentifier. La parola chiave ROWGUIDCOL non è valida se il livello di compatibilità del database è minore o uguale a 65. Per ulteriori informazioni, vedere sp_dbcmptlevel (Transact-SQL). Le colonne con tipo di dati definito dall'utente non possono essere designate come ROWGUIDCOL.La proprietà ROWGUIDCOL non impone l'univocità dei valori archiviati nella colonna. Inoltre non genera automaticamente valori per le nuove righe inserite nella tabella. Per generare valori univoci per ogni colonna, utilizzare la funzione NEWID o NEWSEQUENTIALID in istruzioni INSERT oppure utilizzare queste funzioni come valore predefinito per la colonna.
COLLATE collation_name
Specifica le regole di confronto per la colonna. Il nome delle regole di confronto può essere un nome di regole di confronto Windows o SQL. collation_name si applica solo alle colonne con tipo di dati char, varchar, text, nchar, nvarchar e ntext. Se viene omesso, alla colonna vengono assegnate le regole di confronto del tipo di dati definito dall'utente, se il tipo di dati della colonna è definito dall'utente, oppure le regole di confronto predefinite del database.Per ulteriori informazioni sui nomi di regole di confronto Windows o SQL, vedere Windows_collation_name e SQL_collation_name.
Per ulteriori informazioni sulla clausola COLLATE, vedere COLLATE (Transact-SQL).
- CONSTRAINT
Parola chiave facoltativa che indica l'inizio di una definizione di vincolo PRIMARY KEY, NOT NULL, UNIQUE, FOREIGN KEY o CHECK. Per ulteriori informazioni, vedere Vincoli.
- constraint_name
Nome di un vincolo. I nomi di vincolo devono essere univoci nello schema a cui appartiene la tabella.
- NULL | NOT NULL
Indica se i valori NULL sono o meno consentiti nella colonna. La parola chiave NULL non è esattamente un vincolo, ma può essere specificata allo stesso modo di NOT NULL. È possibile specificare NOT NULL per le colonne calcolate solo se si specifica anche PERSISTED.
- PRIMARY KEY
Vincolo che impone l'integrità di entità per una o più colonne specificate tramite un indice univoco. È possibile creare un solo vincolo PRIMARY KEY per ogni tabella.
- UNIQUE
Vincolo che impone l'integrità di entità per una o più colonne specificate tramite un indice univoco. Una tabella può includere più vincoli UNIQUE.
CLUSTERED | NONCLUSTERED
Imposta la creazione di un indice cluster o non cluster per il vincolo PRIMARY KEY o UNIQUE. Il valore predefinito per i vincoli PRIMARY KEY è CLUSTERED, mentre per i vincoli UNIQUE è NONCLUSTERED.In un'istruzione CREATE TABLE è possibile specificare CLUSTERED per un solo vincolo. Se si specifica CLUSTERED per un vincolo UNIQUE e si specifica anche il vincolo PRIMARY KEY, il valore predefinito di tale vincolo è NONCLUSTERED.
- FOREIGN KEY REFERENCES
Vincolo che assicura l'integrità referenziale dei dati di una o più colonne. È necessario che ogni valore delle colonne sia presente nelle colonne con riferimenti corrispondenti della tabella con riferimenti. È possibile fare riferimento a vincoli FOREIGN KEY solo nelle colonne che nella tabella con riferimenti corrispondono a vincoli PRIMARY KEY o UNIQUE o nelle colonne a cui viene fatto riferimento in un indice univoco nella tabella con riferimenti. Le chiavi esterne in colonne calcolate devono inoltre essere contrassegnate come PERSISTED.
- [ schema_name**.****] referenced_table_name]
Nome della tabella a cui fa riferimento il vincolo FOREIGN KEY e dello schema a cui appartiene.
- **(**ref_column [ ,... n ] )
Colonna o elenco di colonne della tabella a cui fa riferimento il vincolo FOREIGN KEY.
ON DELETE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT }
Specifica quale azione eseguire sulle righe nella tabella creata, se tali righe includono una relazione referenziale e se la riga a cui viene fatto riferimento viene eliminata dalla tabella padre. Il valore predefinito è NO ACTION.- NO ACTION
Motore di database genera un errore e viene eseguito il rollback dell'azione di eliminazione eseguita sulla riga nella tabella padre.
- CASCADE
Le righe corrispondenti vengono eliminate dalla tabella di riferimento se la riga viene eliminata dalla tabella padre.
- SET NULL
Tutti i valori che compongono la chiave esterna vengono impostati su NULL se viene eliminata la riga corrispondente nella tabella padre. Per l'esecuzione di questo vincolo, è necessario che le colonne chiave esterna supportino valori Null.
- SET DEFAULT
Tutti i valori che compongono la chiave esterna vengono impostati sui rispettivi valori predefiniti se viene eliminata la riga corrispondente nella tabella padre. Per l'esecuzione di questo vincolo, è necessario che per tutte le colonne chiave esterna siano definiti valori predefiniti. Se una colonna supporta valori Null e non viene impostato un valore predefinito esplicito, NULL diventa il valore predefinito implicito della colonna.
Non specificare CASCADE se la tabella verrà inclusa in una pubblicazione di tipo merge che utilizza record logici. Per ulteriori informazioni sui record logici, vedere Raggruppamento di modifiche alla righe correlate con record logici.
Non è possibile specificare ON DELETE CASCADE se nella tabella esiste già un trigger INSTEAD OF ON DELETE.
Nel database AdventureWorks, ad esempio, la tabella ProductVendor include una relazione referenziale con la tabella Vendor. La chiave esterna ProductVendor.VendorID fa riferimento alla chiave primaria Vendor.VendorID.
Se in una riga della tabella Vendor viene eseguita un'istruzione DELETE e si specifica ON DELETE CASCADE per ProductVendor.VendorID, Motore di database verifica se esistono una o più righe dipendenti nella tabella ProductVendor. Le eventuali righe dipendenti individuate nella tabella ProductVendor vengono eliminate insieme alla riga della tabella Vendor a cui fanno riferimento.
Se si specifica NO ACTION, Motore di database genera un errore ed esegue il rollback dell'azione di eliminazione della riga nella tabella Vendor se almeno una riga della tabella ProductVendor vi fa riferimento.
- NO ACTION
ON UPDATE { NO ACTION | CASCADE | SET NULL | SET DEFAULT }
Specifica quale azione eseguire sulle righe nella tabella modificata, quando tali righe includono una relazione referenziale e la riga a cui viene fatto riferimento viene aggiornata nella tabella padre. Il valore predefinito è NO ACTION.- NO ACTION
Motore di database genera un errore e viene eseguito il rollback dell'azione di aggiornamento eseguita sulla riga nella tabella padre.
- CASCADE
Le righe corrispondenti vengono aggiornate nella tabella di riferimento quando la riga viene aggiornata nella tabella padre.
- SET NULL
Tutti i valori che compongono la chiave esterna vengono impostati su NULL quando viene aggiornata la riga corrispondente nella tabella padre. Per l'esecuzione di questo vincolo, è necessario che le colonne chiave esterna supportino valori Null.
- SET DEFAULT
Tutti i valori che compongono la chiave esterna vengono impostati sui rispettivi valori predefiniti quando viene aggiornata la riga corrispondente nella tabella padre. Per l'esecuzione di questo vincolo, è necessario che per tutte le colonne chiave esterna siano definiti valori predefiniti. Se una colonna supporta valori Null e non viene impostato un valore predefinito esplicito, NULL diventa il valore predefinito implicito della colonna.
Non specificare CASCADE se la tabella verrà inclusa in una pubblicazione di tipo merge che utilizza record logici. Per ulteriori informazioni sui record logici, vedere Raggruppamento di modifiche alla righe correlate con record logici.
Non è possibile specificare ON UPDATE CASCADE se nella tabella in corso di modifica esiste già un trigger INSTEAD OF ON UPDATE.
Nel database AdventureWorks, ad esempio, la tabella ProductVendor include una relazione referenziale con la tabella Vendor, ovvero la chiave esterna ProductVendor.VendorID fa riferimento alla chiave primaria Vendor.VendorID.
Se in una riga della tabella Vendor viene eseguita un'istruzione UPDATE e si specifica ON UPDATE CASCADE per ProductVendor.VendorID, Motore di database verifica se esistono una o più righe dipendenti nella tabella ProductVendor. Le eventuali righe dipendenti individuate nella tabella ProductVendor vengono aggiornate insieme alla riga della tabella Vendor a cui fanno riferimento.
Se si specifica NO ACTION, Motore di database genera un errore ed esegue il rollback dell'azione di aggiornamento della riga nella tabella Vendor se almeno una riga della tabella ProductVendor vi fa riferimento.
- NO ACTION
- CHECK
Vincolo che impone l'integrità di dominio tramite la limitazione dei valori che è possibile immettere in una o più colonne. I vincoli CHECK in colonne calcolate devono inoltre essere contrassegnati come PERSISTED.
- logical_expression
Espressione logica che restituisce TRUE o FALSE. L'espressione non può includere tipi di dati alias.
- column
Colonna o elenco di colonne, specificate tra parentesi, utilizzate nei vincoli di tabella per indicare le colonne specificate nella definizione del vincolo.
- [ ASC | DESC ]
Specifica l'ordinamento della colonna o delle colonne coinvolte nei vincoli di tabella. Il valore predefinito è ASC.
- partition_scheme_name
Nome dello schema di partizione che definisce i filegroup a cui verranno mappate le partizioni di una tabella partizionata. Lo schema di partizione deve esistere nel database.
[ partition_column_name**.** ]
Specifica la colonna in base alla quale verrà partizionata una tabella partizionata. La colonna deve corrispondere a quella specificata nella funzione di partizione utilizzata da partition_scheme_name, a livello di tipo di dati, lunghezza e precisione. Una colonna calcolata utilizzata in una funzione di partizione deve essere contrassegnata in modo esplicito come PERSISTED.Importante: È consigliabile specificare NOT NULL sulla colonna di partizionamento di tabelle partizionate oppure di tabelle non partizionate che rappresentano origini o destinazioni di operazioni ALTER TABLE...SWITCH. In questo modo per i vincoli CHECK su colonne di partizionamento non sarà necessario verificare la presenza di valori Null. Per ulteriori informazioni, vedere Trasferimento efficiente dei dati mediante lo spostamento di partizioni.
WITH FILLFACTOR **=**fillfactor
Specifica la percentuale di riempimento impostata da Motore di database per ogni pagina dell'indice utilizzata per archiviare i dati dell'indice. I valori fillfactor specificati dall'utente possono essere compresi nell'intervallo da 1 a 100. Se non si specifica un valore, il valore predefinito è 0. I valori 0 e 100 per il fattore di riempimento sono uguali da tutti i punti di vista.Importante: L'opzione WITH FILLFACTOR = fillfactor viene indicata in questa documentazione come l'unica opzione di indice applicabile ai vincoli PRIMARY KEY o UNIQUE per compatibilità con le versioni precedenti, ma tale indicazione verrà modificata in versioni future.
- <index_option> ::=
Specifica una o più opzioni per l'indice. Per una descrizione dettagliata di tali opzioni, vedere CREATE INDEX (Transact-SQL).
- PAD_INDEX = { ON | OFF }
Se ON, la percentuale di spazio disponibile specificata da FILLFACTOR viene applicata alle pagine di livello intermedio dell'indice. Se OFF o se non si specifica un valore FILLFACTOR, le pagine di livello intermedio verranno riempite quasi fino alla capacità massima, lasciando spazio sufficiente per almeno una riga delle dimensioni massime consentite per l'indice, considerando il set di chiavi nelle pagine intermedie. Il valore predefinito è OFF.
- FILLFACTOR **=**fillfactor
Specifica una percentuale che indica il livello di riempimento che deve essere impostato da Motore di database per il livello foglia di ogni pagina di indice durante la creazione o la modifica dell'indice. fillfactor deve essere un valore integer compreso nell'intervallo da 1 a 100. Il valore predefinito è 0. I valori 0 e 100 per il fattore di riempimento sono uguali da tutti i punti di vista.
- IGNORE_DUP_KEY = { ON | OFF }
Specifica il tipo di risposta in caso di errori di valori di chiave duplicati in una transazione INSERT di più righe su un indice cluster o non cluster univoco. Con l'impostazione ON, se una riga viola l'indice univoco viene generato un messaggio di avviso e vengono considerate in errore solo le righe che violano il vincolo UNIQUE per l'indice. Con l'impostazione OFF, se una riga viola l'indice univoco viene generato un messaggio di errore e viene eseguito il rollback dell'intera transazione INSERT. Durante l'elaborazione di un'istruzione UPDATE, la clausola IGNORE_DUP_KEY non ha alcun effetto. Il valore predefinito è OFF.
- STATISTICS_NORECOMPUTE = { ON | OFF }
Se si specifica ON, le statistiche dell'indice obsolete non vengono ricalcolate automaticamente. Se si specifica OFF, viene attivato l'aggiornamento automatico delle statistiche. Il valore predefinito è OFF.
- ALLOW_ROW_LOCKS = { ON | OFF }
Se si specifica ON, sono consentiti blocchi di riga per l'accesso all'indice. Motore di database determina quando utilizzare blocchi a livello di riga. Se è OFF, i blocchi di riga non vengono utilizzati. Il valore predefinito è ON.
- ALLOW_PAGE_LOCKS = { ON | OFF }
Se si specifica ON, sono consentiti blocchi di pagina per l'accesso all'indice. Motore di database determina quando utilizzare blocchi a livello di pagina. Se è OFF, i blocchi di pagina non vengono utilizzati. Il valore predefinito è ON.
Osservazioni
SQL Server 2005 supporta fino a due miliardi di tabelle per ogni database e 1.024 colonne per ogni tabella. Il numero di righe e le dimensioni totali della tabella sono limitate solo dallo spazio di archiviazione disponibile. Il numero massimo consentito di byte per riga è 8.060. Questa restrizione non è assoluta per le tabelle con colonne di tipo varchar, nvarchar, varbinary o sql_variant che causano il superamento del limite di 8.060 byte per la larghezza totale definita della tabella. Anche se la lunghezza di ogni colonna deve comunque rientrare nel limite degli 8.000 byte, il valore combinato delle larghezze può essere superiore al limite di 8.060 byte in una tabella. Per ulteriori informazioni, vedere Dati di overflow della riga che superano 8 KB.
Ogni tabella può contenere al massimo 249 indici non cluster e 1 indice cluster, inclusi quelli generati per il supporto di qualsiasi vincolo PRIMARY KEY e UNIQUE definito per la tabella.
Lo spazio in tabelle e indici viene generalmente allocato con incrementi di un extent. Al momento della creazione, agli indici e alle tabelle vengono allocate pagine di extent misti fino a quando non è disponibile un numero di pagine sufficiente per riempire un extent uniforme. In seguito, viene allocato un altro extent ogni volta che gli extent allocati risultano pieni. Per visualizzare un report sulla quantità di spazio allocato e utilizzato per una tabella, eseguire sp_spaceused.
In Motore di database non è previsto un ordine particolare per l'impostazione dei valori DEFAULT, IDENTITY, ROWGUIDCOL o dei vincoli di colonna in una definizione di colonna.
Durante la creazione di una tabella, l'opzione QUOTED IDENTIFIER viene sempre archiviata con l'impostazione ON nei metadati della tabella, anche se l'opzione viene impostata su OFF quando si crea la tabella.
Tabelle temporanee
È possibile creare tabelle temporanee locali e globali. Le tabelle temporanee locali sono visibili solo nella sessione corrente, mentre quelle globali sono visibili in tutte le sessioni. Non è possibile partizionare le tabelle temporanee.
I nomi delle tabelle temporanee locali devono iniziare con un simbolo di cancelletto (#table_name), mentre i nomi delle tabelle temporanee globali devono iniziare con due simboli di cancelletto (##table_name).
Le istruzioni SQL fanno riferimento alla tabella temporanea utilizzando il valore specificato per l'argomento table_name nell'istruzione CREATE TABLE, ad esempio:
CREATE TABLE #MyTempTable (cola INT PRIMARY KEY);
INSERT INTO #MyTempTable VALUES (1);
Se si creano più tabelle temporanee con una sola stored procedure o un singolo batch, è necessario che i nomi delle tabelle siano diversi.
Se viene creata una tabella temporanea locale in una stored procedure o in un'applicazione che può essere eseguita contemporaneamente da più utenti, Motore di database deve essere in grado di distinguere le tabelle create dai vari utenti. A tale scopo, Motore di database aggiunge internamente un suffisso numerico a ogni nome di tabella temporanea locale. Il nome completo di una tabella temporanea archiviata nella tabella sysobjects in tempdb è composto dal nome di tabella specificato nell'istruzione CREATE TABLE e dal suffisso numerico generato dal sistema. Per lasciare spazio per tale suffisso, il valore table_name specificato per un nome di tabella temporanea locale non può superare i 116 caratteri.
Le tabelle temporanee vengono eliminate automaticamente quando non sono più comprese nell'ambito, a meno che non vengano eliminate in modo esplicito tramite l'istruzione DROP TABLE:
- Una tabella temporanea locale creata in una stored procedure viene eliminata automaticamente al termine della stored procedure. È possibile fare riferimento alla tabella da qualsiasi stored procedure nidificata eseguita dalla stored procedure con cui è stata creata la tabella. Non è invece possibile fare riferimento alla tabella dal processo che ha chiamato la stored procedure con cui la tabella è stata creata.
- Tutte le altre tabelle temporanee locali vengono eliminate automaticamente alla fine della sessione corrente.
- Le tabelle temporanee globali vengono eliminate automaticamente alla fine della sessione in cui è stata creata la tabella e quando non esistono più riferimenti da tutte le altre attività. L'associazione tra un'attività e una tabella viene mantenuta solo per la durata di una singola istruzione Transact-SQL. Una tabella temporanea globale viene pertanto eliminata dopo il completamento dell'ultima istruzione Transact-SQL che fa riferimento alla tabella alla fine della sessione di creazione.
Una tabella temporanea locale creata all'interno una stored procedure o in un trigger può avere lo stesso nome di una tabella temporanea creata prima della chiamata alla stored procedure o al trigger. Tuttavia, se una query fa riferimento a una tabella temporanea e sono disponibili due tabelle temporanee con lo stesso nome, non è possibile stabilire in base a quale tabella verrà risolta la query. Anche le stored procedure nidificate possono creare tabelle temporanee con lo stesso nome di una tabella temporanea creata dalla stored procedure chiamante. In questo caso, tuttavia, per fare in modo che le modifiche vengano applicate alla tabella creata nella stored procedure nidificata, è necessario che la struttura della tabella e i nomi di colonna siano identici a quelli della tabella creata nella procedura chiamante, come illustrato nell'esempio seguente.
CREATE PROCEDURE dbo.Test2
AS
CREATE TABLE #t(x INT PRIMARY KEY);
INSERT INTO #t VALUES (2);
SELECT Test2Col = x FROM #t;
GO
CREATE PROCEDURE dbo.Test1
AS
CREATE TABLE #t(x INT PRIMARY KEY);
INSERT INTO #t VALUES (1);
SELECT Test1Col = x FROM #t;
EXEC Test2;
GO
CREATE TABLE #t(x INT PRIMARY KEY);
INSERT INTO #t VALUES (99);
GO
EXEC Test1;
GO
Set di risultati:
(1 row(s) affected)
Test1Col
-----------
1
(1 row(s) affected)
Test2Col
-----------
2
Quando si creano tabelle temporanee locali o globali, la sintassi dell'istruzione CREATE TABLE supporta definizioni di vincolo, ad eccezione dei vincoli FOREIGN KEY. Se si specifica un vincolo FOREIGN KEY in una tabella temporanea, l'istruzione restituisce un messaggio di avviso per segnalare che il vincolo è stato ignorato. La tabella viene comunque creata senza i vincoli FOREIGN KEY. Non è possibile fare riferimento a tabelle temporanee in vincoli FOREIGN KEY.
È consigliabile utilizzare variabili di tabella anziché tabelle temporanee. Le tabelle temporanee risultano utili quando è necessario crearvi indici in modo esplicito o quando i valori della tabella devono essere visibili in più stored procedure o funzioni. In generale, le variabili di tabella consentono un'elaborazione delle query più efficiente. Per ulteriori informazioni, vedere table (Transact-SQL).
Tabelle partizionate
Prima di creare una tabella partizionata con CREATE TABLE, è necessario creare una funzione di partizione per specificare la modalità di partizionamento della tabella. È possibile creare una funzione di partizione con CREATE PARTITION FUNCTION (Transact-SQL). In secondo luogo, è necessario creare uno schema di partizione per specificare i filegroup di destinazione delle partizioni indicate dalla funzione di partizione. È possibile creare uno schema di partizione con CREATE PARTITION SCHEME (Transact-SQL). Per le tabelle partizionate non è possibile specificare vincoli PRIMARY KEY o UNIQUE in filegroup diversi. Per ulteriori informazioni, vedere Tabelle e indici partizionati.
Vincoli PRIMARY KEY
- Una tabella può includere un solo vincolo PRIMARY KEY.
- Nella tabella è possibile creare non più di 249 indici non cluster e 1 indice cluster, incluso l'indice generato da un vincolo PRIMARY KEY.
- Se per un vincolo PRIMARY KEY non si specifica CLUSTERED o NONCLUSTERED, viene utilizzato automaticamente il valore CLUSTERED se per i vincoli UNIQUE non sono specificati indici cluster.
- Tutte le colonne definite in un vincolo PRIMARY KEY devono essere definite come NOT NULL. Se non si specifica alcuna impostazione per il supporto di valori Null, per tutte le colonne coinvolte in un vincolo PRIMARY KEY viene impostato NOT NULL.
- Se si definisce una chiave primaria su una colonna di tipo CLR definito dall'utente, è necessario che l'implementazione del tipo supporti l'ordinamento binario. Per ulteriori informazioni, vedere CLR User-Defined Types.
Vincoli UNIQUE
- Se per un vincolo UNIQUE non si specifica CLUSTERED o NONCLUSTERED, il valore predefinito è NONCLUSTERED.
- Ogni vincolo UNIQUE genera un indice. Nella tabella è possibile creare non più di 249 indici non cluster e 1 indice cluster, indipendentemente dal numero di vincoli UNIQUE.
- Se si definisce un vincolo UNIQUE su una colonna di tipo CLR definito dall'utente, è necessario che l'implementazione del tipo supporti l'ordinamento binario o basato su operatore. Per ulteriori informazioni, vedere CLR User-Defined Types.
Vincoli FOREIGN KEY
- I valori diversi da NULL immessi nella colonna di un vincolo FOREIGN KEY devono essere disponibili nella colonna con riferimenti. In caso contrario, viene restituito un messaggio di errore di violazione della chiave esterna.
- I vincoli FOREIGN KEY vengono applicati alla colonna precedente, a meno che non vengano specificate le colonne di origine.
- I vincoli FOREIGN KEY possono fare riferimento solo a tabelle di un singolo database nello stesso server. L'integrità referenziale tra database diversi deve essere implementata tramite trigger. Per ulteriori informazioni, vedere CREATE TRIGGER (Transact-SQL).
- I vincoli FOREIGN KEY possono fare riferimento a un'altra colonna nella stessa tabella. Questo tipo di vincolo viene definito autoreferenziale.
- La clausola REFERENCES di un vincolo FOREIGN KEY a livello di colonna può includere una sola colonna di riferimento. Il tipo di dati di tale colonna deve essere uguale al tipo di dati della colonna in cui viene definito il vincolo.
- Nella clausola REFERENCES di un vincolo FOREIGN KEY a livello di tabella è necessario specificare lo stesso numero di colonne di riferimento specificate nell'elenco delle colonne del vincolo. Inoltre, il tipo di dati di ogni colonna di riferimento deve essere uguale a quello della colonna corrispondente nell'elenco di colonne.
- Non è possibile specificare CASCADE, SET NULL o SET DEFAULT se una colonna di tipo timestamp fa parte della chiave esterna o della chiave con riferimenti.
- È possibile combinare le azioni CASCADE, SET NULL, SET DEFAULT e NO ACTION in tabelle con relazioni referenziali reciproche. Se Motore di database rileva l'azione NO ACTION, l'operazione viene interrotta e viene eseguito il rollback delle azioni CASCADE, SET NULL e SET DEFAULT correlate. Quando un'istruzione DELETE genera una combinazione di azioni CASCADE, SET NULL, SET DEFAULT e NO ACTION, tutte le azioni CASCADE, SET NULL e SET DEFAULT vengono applicate prima che Motore di database verifichi l'esistenza di azioni NO ACTION.
- In Motore di database non è previsto un limite predefinito per il numero di vincoli FOREIGN KEY che possono essere definiti in una tabella che fa riferimento ad altre tabelle o per il numero di vincoli FOREIGN KEY di proprietà di altre tabelle che fanno riferimento a una specifica tabella.
Il numero effettivo di vincoli FOREIGN KEY utilizzabili è comunque limitato dalla configurazione hardware e dalla progettazione del database e dell'applicazione. È consigliabile che una tabella contenga non più di 253 vincoli FOREIGN KEY e che esistano riferimenti a tale tabella da una massimo di 253 vincoli FOREIGN KEY. Il limite effettivo potrebbe variare a seconda dell'applicazione e della configurazione hardware. Per la progettazione di database e applicazioni è opportuno valutare i costi correlati ai vincoli FOREIGN KEY. - I vincoli FOREIGN KEY non vengono imposti nelle tabelle temporanee.
- I vincoli FOREIGN KEY possono fare riferimento solo alle colonne di vincoli PRIMARY KEY o UNIQUE della tabella con riferimenti o alle colonne in un indice univoco nella tabella con riferimenti.
- Se si definisce una chiave esterna su una colonna di tipo CLR definito dall'utente, è necessario che l'implementazione del tipo supporti l'ordinamento binario. Per ulteriori informazioni, vedere CLR User-Defined Types.
- È possibile utilizzare una colonna di tipo varchar(max) per un vincolo FOREIGN KEY solo se anche la chiave primaria a cui fa riferimento è definita con il tipo varchar(max).
Definizioni DEFAULT
Una colonna può contenere una sola definizione DEFAULT.
Una definizione DEFAULT può includere valori costanti, funzioni, funzioni Niladic SQL-92 o valori NULL. Nella tabella seguente vengono descritte le funzioni Niladic e i valori predefiniti corrispondenti restituiti durante un'istruzione INSERT.
Funzione Niladic SQL-92 Valore restituito CURRENT_TIMESTAMP
Data e ora correnti.
CURRENT_USER
Nome dell'utente che esegue l'inserimento.
SESSION_USER
Nome dell'utente che esegue l'inserimento.
SYSTEM_USER
Nome dell'utente che esegue l'inserimento.
USER
Nome dell'utente che esegue l'inserimento.
L'argomento constant_expression di una definizione DEFAULT non può fare riferimento a un'altra colonna della tabella o ad altre tabelle, viste o stored procedure.
Non è possibile creare definizioni DEFAULT in colonne di tipo timestamp o in colonne con proprietà IDENTITY.
Non è possibile creare definizioni DEFAULT per colonne con tipo di dati alias se tale tipo di dati è associato a un oggetto predefinito.
Vincoli CHECK
- Una colonna può contenere un numero qualsiasi di vincoli CHECK e la condizione può includere più espressioni logiche unite tramite gli operatori AND e OR. Più vincoli CHECK per una colonna vengono convalidati nell'ordine di creazione.
- La condizione di ricerca deve corrispondere a un'espressione booleana e non può fare riferimento a un'altra tabella.
- Un vincolo CHECK a livello di colonna può fare riferimento solo alla colonna vincolata, mentre un vincolo CHECK a livello di tabella può fare riferimento solo alle colonne della stessa tabella.
I vincoli CHECK e le regole svolgono la stessa funzione di convalida dei dati durante l'esecuzione delle istruzioni INSERT e UPDATE. - Quando per una o più colonne è disponibile una regola e uno o più vincoli CHECK, vengono valutate tutte le restrizioni.
- Non è possibile definire vincoli CHECK per colonne di tipo text, ntext o image.
Informazioni aggiuntive sui vincoli
- L'istruzione DROP INDEX non consente di eliminare un indice creato per un vincolo. Per eseguire questa operazione, è necessario utilizzare l'istruzione ALTER TABLE. Un indice creato per un vincolo specifico e utilizzato dal vincolo può essere ricostruito tramite l'istruzione DBCC DBREINDEX.
- I nomi di vincolo devono essere conformi alle regole per gli identificatori, con la sola eccezione che il nome non può iniziare con il simbolo di cancelletto (#). Se constraint_name viene omesso, al vincolo viene assegnato un nome generato dal sistema. Il nome del vincolo viene indicato nei messaggi di errore relativi alle violazioni delle condizioni.
- Quando in un'istruzione INSERT, UPDATE o DELETE viene violato un vincolo, l'istruzione viene interrotta Con l'impostazione OFF per SET XACT_ABORT, tuttavia, l'elaborazione della transazione non viene interrotta se l'istruzione fa parte di una transazione esplicita. Se l'impostazione di SET XACT_ABORT è ON, viene eseguito il rollback dell'intera transazione. È inoltre possibile utilizzare l'istruzione ROLLBACK TRANSACTION con la definizione di transazione includendo un controllo con la funzione di sistema **@@**ERROR.
- Se ALLOW_ROW_LOCKS = ON e ALLOW_PAGE_LOCK = ON, sono consentiti blocchi a livello di riga, pagina e tabella per l'accesso all'indice. Motore di database sceglie il tipo di blocco più appropriato e può eseguire l'escalation del blocco dal livello di riga o pagina al livello di tabella. Per ulteriori informazioni, vedere Escalation dei blocchi (Motore di database). Se ALLOW_ROW_LOCKS = OFF e ALLOW_PAGE_LOCK = OFF, sono consentiti solo blocchi a livello di tabella per l'accesso all'indice. Per ulteriori informazioni sulla configurazione della granularità dei blocchi per un indice, vedere Personalizzazione dei blocchi per un indice.
- Se una tabella include vincoli FOREIGN KEY o CHECK e trigger, le condizioni di vincolo vengono valutate prima dell'esecuzione del trigger.
Per visualizzare un report su una tabella e le relative colonne, utilizzare sp_help o sp_helpconstraint. Per rinominare una tabella, utilizzare sp_rename. Per visualizzare un report sulle viste e le stored procedure che dipendono da una tabella, utilizzare sp_depends.
Regole per il supporto di valori Null all'interno di una definizione di tabella
L'impostazione del supporto di valori Null per una colonna determina se la colonna consente o meno valori Null (NULL) come dati. NULL non equivale né a zero né a uno spazio vuoto, ma indica che non è stata immessa alcuna voce oppure che è stato specificato un valore NULL esplicito. Normalmente NULL implica che il valore è sconosciuto o non applicabile.
Quando si crea o modifica una tabella con le istruzione CREATE TABLE o ALTER TABLE, le impostazioni del database e della sessione influiscono, e possono essere prioritarie, sull'impostazione relativa al supporto di valori Null del tipo di dati utilizzato in una definizione di colonna. È consigliabile definire sempre in modo esplicito una colonna come NULL o NOT NULL per le colonne non calcolate oppure, se si utilizza un tipo di dati definito dall'utente, consentire nella colonna l'utilizzo dell'impostazione predefinita relativa al supporto di valori Null per tale tipo di dati.
Se non si specifica in modo esplicito il supporto di valori Null per una colonna, l'impostazione viene determinata in base alle regole indicate nella tabella seguente.
Tipo di dati della colonna | Regola |
---|---|
Tipo di dati alias |
Motore di database utilizza l'impostazione relativa al supporto di valori Null specificata in fase di creazione del tipo di dati. Per determinare l'impostazione predefinita del tipo di dati, utilizzare sp_help. |
Tipo CLR definito dall'utente |
Il supporto dei valori Null viene stabilito in base alla definizione della colonna. |
Tipo di dati di sistema |
Se il tipo di dati di sistema prevede una sola opzione, questa ha la precedenza. I dati di tipo timestamp devono essere NOT NULL. Se il livello di compatibilità è minore o uguale a 65, l'impostazione predefinita per i dati di tipo bit è NOT NULL se per la colonna non è stato specificato un valore esplicito NULL o NOT NULL. Per ulteriori informazioni, vedere sp_dbcmptlevel (Transact-SQL). Quando sono presenti impostazioni di sessione impostate su ON tramite SET:
|
Quando per la sessione non è impostata alcuna opzione ANSI_NULL_DFLT e per il database è impostato il valore predefinito (ANSI_NULL_DEFAULT è OFF), viene assegnato il valore predefinito NOT NULL di SQL Server.
Nel caso di una colonna calcolata, l'impostazione relativa al supporto di valori Null viene sempre determinata automaticamente da Motore di database. Per individuare l'impostazione relativa al supporto di valori Null per questo tipo di colonna, utilizzare la funzione COLUMNPROPERTY con la proprietà AllowsNull.
[!NOTA] Per il driver ODBC di SQL Server e il provider Microsoft OLE DB per SQL Server l'impostazione predefinita dell'opzione ANSI_NULL_DFLT_ON è ON. Gli utenti di ODBC e OLE DB possono configurare questa impostazione nelle origini dei dati ODBC oppure tramite le proprietà o gli attributi di connessione impostati dall'applicazione.
Autorizzazioni
Sono richieste l'autorizzazione CREATE TABLE nel database e l'autorizzazione ALTER nello schema in cui viene creata la tabella.
Se qualsiasi colonna nell'istruzione CREATE TABLE è definita con un tipo CLR definito dall'utente, è necessario che l'utente sia il proprietario del tipo o disponga dell'autorizzazione REFERENCES per il tipo.
Se a qualsiasi colonna nell'istruzione CREATE TABLE è associato un insieme di schemi XML, è necessario che l'utente sia il proprietario dell'insieme di schemi XML o disponga dell'autorizzazione REFERENCES per tale insieme.
Esempi
A. Utilizzo di vincoli PRIMARY KEY
Nell'esempio seguente viene illustrata la definizione di colonna per un vincolo PRIMARY KEY con un indice cluster nella colonna EmployeeID
della tabella Employee
nel database di esempio AdventureWorks
(il nome del vincolo viene assegnato dal sistema).
EmployeeID int
PRIMARY KEY CLUSTERED
B. Utilizzo di vincoli FOREIGN KEY
Un vincolo FOREIGN KEY viene utilizzato per fare riferimento a un'altra tabella. Le chiavi esterne possono essere chiavi a colonna singola o a più colonne. Nell'esempio seguente viene illustrato un vincolo FOREIGN KEY a colonna singola nella tabella SalesOrderHeader
che fa riferimento alla tabella SalesPerson
. Per un vincolo FOREIGN KEY a colonna singola è sufficiente specificare solo la clausola REFERENCES.
SalesPersonID int NULL
REFERENCES SalesPerson(SalesPersonID)
È inoltre possibile utilizzare la clausola FOREIGN KEY in modo esplicito per ridefinire l'attributo di colonna. Si noti che il nome della colonna non deve essere necessariamente identico in entrambe le tabelle.
FOREIGN KEY (SalesPersonID) REFERENCES SalesPerson(SalesPersonID)
I vincoli con chiavi a più colonne vengono creati come vincoli di tabella. La tabella SpecialOfferProduct
del database AdventureWorks include un vincolo PRIMARY KEY a più colonne. Nell'esempio seguente viene illustrato come fare riferimento a questa chiave da un'altra tabella. Il nome di vincolo esplicito è facoltativo.
CONSTRAINT FK_SpecialOfferProduct_SalesOrderDetail FOREIGN KEY
(ProductID, SpecialOfferID)
REFERENCES SpecialOfferProduct (ProductID, SpecialOfferID)
C. Utilizzo di vincoli UNIQUE
I vincoli UNIQUE vengono utilizzati per imporre l'univocità di colonne non chiave primaria. Nell'esempio seguente viene applicata una restrizione per stabilire che la colonna Name
della tabella Product
deve essere univoca.
Name nvarchar(100) NOT NULL
UNIQUE NONCLUSTERED
D. Utilizzo di definizioni DEFAULT
I valori predefiniti assegnano un valore (tramite le istruzioni INSERT e UPDATE) quando non viene specificato alcun valore esplicito. Ad esempio, il database AdventureWorks potrebbe includere una tabella di ricerca con un elenco dei vari ruoli professionali che possono essere assegnati ai dipendenti della società. Nella colonna per la descrizione di ogni ruolo professionale, si potrebbe utilizzare un valore predefinito di tipo stringa di caratteri per fornire una descrizione nel caso questa non venga immessa in modo esplicito.
DEFAULT 'New Position - title not formalized yet'
Oltre alle costanti, le definizioni DEFAULT possono includere funzioni. Per ottenere la data corrente per una voce, è possibile utilizzare il codice di esempio seguente:
DEFAULT (getdate())
È inoltre possibile migliorare l'integrità dei dati tramite le funzioni Niladic. Per tenere traccia dell'utente che ha inserito una riga, utilizzare la funzione Niladic per USER. Non racchiudere le funzioni Niladic tra parentesi.
DEFAULT USER
E. Utilizzo di vincoli CHECK
Nell'esempio seguente viene illustrata l'applicazione di una restrizione ai valori immessi nella colonna CreditRating
della tabella Vendor
. Al vincolo non viene assegnato un nome esplicito.
CHECK (CreditRating >= 1 and CreditRating <= 5)
Nell'esempio seguente viene illustrato un vincolo denominato con una restrizione basata su modello per i dati di tipo carattere immessi in una colonna di una tabella.
CONSTRAINT CK_emp_id CHECK (emp_id LIKE
'[A-Z][A-Z][A-Z][1-9][0-9][0-9][0-9][0-9][FM]'
OR emp_id LIKE '[A-Z]-[A-Z][1-9][0-9][0-9][0-9][0-9][FM]')
In questo esempio viene specificato che i valori devono essere inclusi in un elenco di valori specifici o essere conformi a un modello specificato.
CHECK (emp_id IN ('1389', '0736', '0877', '1622', '1756')
OR emp_id LIKE '99[0-9][0-9]')
F. Visualizzazione della definizione completa della tabella
Nell'esempio seguente viene illustrata la definizione completa, comprensiva di tutte le definizioni dei vincoli, per la tabella PurchaseOrderDetail
creata nel database AdventureWorks. Per l'esecuzione dell'esempio, lo schema della tabella viene modificato in dbo
.
CREATE TABLE [dbo].[PurchaseOrderDetail]
(
[PurchaseOrderID] [int] NOT NULL
REFERENCES Purchasing.PurchaseOrderHeader(PurchaseOrderID),
[LineNumber] [smallint] NOT NULL,
[ProductID] [int] NULL
REFERENCES Production.Product(ProductID),
[UnitPrice] [money] NULL,
[OrderQty] [smallint] NULL,
[ReceivedQty] [float] NULL,
[RejectedQty] [float] NULL,
[DueDate] [datetime] NULL,
[rowguid] [uniqueidentifier] ROWGUIDCOL NOT NULL
CONSTRAINT [DF_PurchaseOrderDetail_rowguid] DEFAULT (newid()),
[ModifiedDate] [datetime] NOT NULL
CONSTRAINT [DF_PurchaseOrderDetail_ModifiedDate] DEFAULT (getdate()),
[LineTotal] AS (([UnitPrice]*[OrderQty])),
[StockedQty] AS (([ReceivedQty]-[RejectedQty])),
CONSTRAINT [PK_PurchaseOrderDetail_PurchaseOrderID_LineNumber]
PRIMARY KEY CLUSTERED ([PurchaseOrderID], [LineNumber])
WITH (IGNORE_DUP_KEY = OFF)
)
ON [PRIMARY];
G. Creazione di una tabella con una colonna xml tipizzata con un insieme di schemi XML
Nell'esempio seguente viene creata una tabella con una colonna xml
tipizzata con l'insieme di schemi XML HRResumeSchemaCollection
. La parola chiave DOCUMENT
specifica che ogni istanza del tipo di dati xml
in column_name può contenere un solo elemento di livello principale.
USE AdventureWorks;
GO
CREATE TABLE HumanResources.EmployeeResumes
(LName nvarchar(25), FName nvarchar(25),
Resume xml( DOCUMENT HumanResources.HRResumeSchemaCollection) );
H. Creazione di una tabella partizionata
Nell'esempio seguente viene creata una funzione di partizione per suddividere una tabella o indice in quattro partizioni. Viene quindi creato uno schema di partizione per specificare i filegroup in cui posizionare ognuna delle quattro partizioni. Infine viene creata una tabella che utilizza tale schema di partizione. In questo esempio si presuppone che i filegroup siano già presenti nel database.
CREATE PARTITION FUNCTION myRangePF1 (int)
AS RANGE LEFT FOR VALUES (1, 100, 1000) ;
GO
CREATE PARTITION SCHEME myRangePS1
AS PARTITION myRangePF1
TO (test1fg, test2fg, test3fg, test4fg) ;
GO
CREATE TABLE PartitionTable (col1 int, col2 char(10))
ON myRangePS1 (col1) ;
GO
Sulla base dei valori della colonna col1
di PartitionTable
, le partizioni vengono assegnate nei modi seguenti.
Filegroup | test1fg | test2fg | test3fg | test4fg |
---|---|---|---|---|
Partizione |
1 |
2 |
3 |
4 |
Valori |
col 1 <= 1 |
col1 > 1 AND col1 <= 100 |
col1 > 100 AND col1 <= 1.000 |
col1 > 1000 |
I. Utilizzo del tipo di dati uniqueidentifier in una colonna
Nell'esempio seguente viene creata una tabella con una colonna di tipo uniqueidentifier. Il vincolo PRIMARY KEY viene utilizzato per evitare che gli utenti inseriscano valori duplicati nella tabella, mentre la funzione NEWSEQUENTIALID()
nel vincolo DEFAULT
consente di ottenere i valori per le nuove righe. La proprietà ROWGUIDCOL viene applicata alla colonna uniqueidentifier in modo che sia possibile fare riferimento a tale colonna utilizzando la parola chiave $ROWGUID.
CREATE TABLE dbo.Globally_Unique_Data
(guid uniqueidentifier CONSTRAINT Guid_Default DEFAULT NEWSEQUENTIALID() ROWGUIDCOL,
Employee_Name varchar(60)
CONSTRAINT Guid_PK PRIMARY KEY (guid) );
J. Utilizzo di un'espressione per una colonna calcolata
Nell'esempio seguente viene illustrato l'utilizzo di un'espressione ((low + high)/2
) per calcolare la colonna calcolata myavg
.
CREATE TABLE dbo.mytable
( low int, high int, myavg AS (low + high)/2 ) ;
K. Creazione di una colonna calcolata basata su una colonna di tipo definito dall'utente
Nell'esempio seguente viene creata una tabella con una colonna con il tipo definito dall'utente utf8string
. Si presuppone che l'assembly del tipo e il tipo stesso siano già stati creati nel database corrente. Viene definita una seconda colonna basata sul tipo utf8string
e viene quindi utilizzato il metodo ToString()
di type(class)utf8string
per calcolare un valore per la colonna.
CREATE TABLE UDTypeTable
( u utf8string, ustr AS u.ToString() PERSISTED ) ;
L. Utilizzo della funzione USER_NAME per una colonna calcolata
Nell'esempio seguente viene utilizzata la funzione USER_NAME()
nella colonna myuser_name
.
CREATE TABLE dbo.mylogintable
( date_in datetime, user_id int, myuser_name AS USER_NAME() ) ;
Vedere anche
Riferimento
ALTER TABLE (Transact-SQL)
COLUMNPROPERTY (Transact-SQL)
CREATE INDEX (Transact-SQL)
CREATE RULE (Transact-SQL)
CREATE VIEW (Transact-SQL)
Tipi di dati (Transact-SQL)
DROP INDEX (Transact-SQL)
DROP RULE (Transact-SQL)
DROP TABLE (Transact-SQL)
CREATE PARTITION FUNCTION (Transact-SQL)
CREATE PARTITION SCHEME (Transact-SQL)
CREATE TYPE (Transact-SQL)
EVENTDATA (Transact-SQL)
sp_depends (Transact-SQL)
sp_help (Transact-SQL)
sp_helpconstraint (Transact-SQL)
sp_rename (Transact-SQL)
sp_spaceused (Transact-SQL)
Guida in linea e informazioni
Cronologia modifiche
Versione | Cronologia |
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12 dicembre 2006 |
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14 aprile 2006 |
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